Sacerdote da cinquant’anni

 

 

Carissimi fedeli e amici,

ringrazio il Signore se mi trovo qui tra voi tutti a celebrare i miei 50 anni di vita sacerdotale: non è poco, vorrei farlo evidenziando la mia storia e gli anni vissuti con le gioie e i dolori. Questa festa non sia solo del mio sacerdozio, ma anche di voi laici  che mi avete supportato nel servizio pastorale.

 

Una festa quindi fatta a tutti e di tutti.

Moltissime sono le persone che hanno partecipato attivamente alla vita delle comunità parrocchiali dove ho servito il Signore. In questa memoria ho scritto i loro nomi, consapevole del rischio che il tempo trascorso ne faccia dimenticare qualcuno; queste persone si sentano ugualmente invitate.

Il cinquantesimo di sacerdozio è un tempo lunghissimo anche oggi, nonostante che la vita si sia allungata.

Avevo 16 anni quando sono entrato in Seminario ed ho lasciato la mia famiglia; un’avventura straordinaria vissuta con entusiasmo. Sarebbe interessante, ma troppo lungo raccontarla. E’ durata dieci anni, fino ai ventisei, anno della mia ordinazione sacerdotale (1959). Una serie infinita di fatti, di storie piccole e grandi mi hanno coinvolto e segnato.      

Non posso non ricordare don Gennaro Grimaldi, mio parroco, e don Italo D’Elia allora Primicerio e parroco di S. Maria della Pietà che hanno accompagnato la mia preparazione in Seminario: nel 1949 ho preso la vestizione dalle mani di don Italo nella parrocchia di S. Maria ad Intra. La mia famiglia mi è stata vicina anche se in un primo momento, mio padre non era contento non perché non credente, ma, essendo l’unico figlio maschio,  preferiva la discendenza; mia madre approvava a pieno la mia vocazione.

Il 5 luglio 1959 sono stato ordinato nel Duomo di Salerno dalle mani di Mons. Demetrio Moscato; la prima Santa  Messa è stata celebrata in questo Santuario e, nello stesso Santuario, 50 anni dopo ci ritroviamo per festeggiare insieme.

Non ho mai festeggiato alcuna ricorrenza, nemmeno il 25° di sacerdozio, nonostante i miei genitori ci tenessero tanto. La festa del sacerdote per me ricorre ogni giovedì Santo. Mi sono deciso ora ad organizzare il 50° soltanto per dedicare questa pietra miliare a mio padre Tobia e a mia mamma Rosaria che sento particolarmente vicini ogni volta che elevo il Calice.

Sono stato nominato vice parroco nella parrocchia S. Croce a Torrione – Salerno, poi parroco a S. Angelo di Mercato S. Severino, poi S. Bartolomeo apostolo di Penta (Fisciano), S. Maria delle Grazie  -  Eboli e ora con serenità vorrei portare avanti il mio sogno in questo Santuario, costruire la casa del pellegrino  per la quale non oggi , ma domani mi ringrazierete.

In tutti gli anni della mia vita mi sono sentito accompagnato, incoraggiato, sostenuto da Dio e da tante persone, sia tra i miei amici sia nelle varie parrocchie in cui ho svolto il mio servizio pastorale. Tante famiglie mi hanno espresso la loro vicinanza, simpatia e sostegno; una presenza molto importante in mezzo a tante difficoltà, rischi, insidie e tentazioni di scoraggiamento, soprattutto quando la famiglia naturale non c’è più.

Don Gennaro e don Italo sono stati incisivi e quindi importanti per me.

 

La Parrocchia è per il sacerdote la sua vera famiglia, in cui esprimere quell’amore verso tutti, che Dio pone nel cuore di ognuno di noi. Proprio quest’anno il santo Padre Benedetto ha indetto l’anno sacerdotale,  per  “far percepire sempre più l’importanza del ruolo e della missione del sacerdote nella Chiesa e nella società contemporanea”. Una cosa mi permetterei di ricordare: tutta la mia vita, in questi 50 anni, è stata dedicata al bene spirituale delle comunità affidatemi secondo la mia fede, le mie forze e le mie capacità; non ho assunto nessun altro impegno, (anche se avrei desiderato dedicarmi a tante altre cose). Il mio essere prete ha prevalso su tutto.

A tutti il mio grazie riconoscente. Chiedo perdono per tutto quello che non sono stato.

                                                                                                 Vostro Don Enzo  

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2015-10-30 11:48:15