Giovanni Paolo II

 

Una vita esemplare

La beatificazione di Giovanni Paolo II, che il suo successore presiederà nell'anniversario liturgico della sua morte, è un evento storico che non ha di fatto precedenti. Bisogna risalire al cuore del medioevo per ritrovare esempi analoghi, ma in contesti non paragonabili alla decisione di Benedetto XVI: negli ultimi dieci secoli nessun Papa ha innalzato agli onori degli altari il suo immediato predecessore. Pietro del Morrone (che era stato Celestino V) fu canonizzato nel 1313 - meno di un ventennio dopo la morte - dal suo terzo successore, e oltre due secoli prima era stata subito riconosciuta la santità di Leone IX e di Gregorio VII, scomparsi nel 1054 e nel 1085. Non a caso agli esordi di quel papato riformatore celebrato qualche decennio più tardi nell'oratorio lateranense di San Nicola attraverso la raffigurazione di alcuni Pontefici coevi, definiti ciascuno sanctus.

Sulla sobrietà agiografica della Chiesa romana - che venera come santi quasi soltanto i Papi dell'età più antica - sono poi intervenute le modifiche innovative della modernità, con le decisioni prese nell'ultimo trentennio dell'Ottocento e poi, soprattutto, con quelle di Pio XII e dello stesso Giovanni Paolo II. Fu così riconosciuto il culto di alcuni Pontefici medievali e vennero elevati agli onori degli altari Pio X, l'ultimo Papa santo, Innocenzo XI, Pio IX e Giovanni XXIII.

Al centro di ogni causa di beatificazione e di canonizzazione sta esclusivamente l'esemplarità della vita di chi, con espressione scritturistica, viene definito al servizio di Dio. Per assicurare alla storia

- come disse Paolo VI all'annuncio dell'introduzione delle cause dei suoi due predecessori immediati

- "il patrimonio della loro eredità spirituale", al di là di "ogni altro motivo, che non sia il culto

della vera santità e cioè la gloria di Dio e l'edificazione della sua Chiesa".

E autentico servitore di Dio è stato Karol Wojtyla, appassionato testimone di Cristo dalla gioventù fino all'ultimo respiro. Di questo moltissimi, anche non cattolici e non cristiani, si sono resi conto durante la sua vita esemplare; questo documenta il suo testamento spirituale, scritto a varie riprese negli anni del pontificato; per questo già il 28 aprile 2005, meno di un mese dopo la morte, il suo successore ha dispensato dai termini prescritti per l'inizio della causa; per questo ha deciso di presiedere la sua beatificazione: per presentare al mondo il modello della santità personale di Giovanni Paolo II.

 

L'iter della causa

L'autorizzazione concessa stamane da Benedetto XVI alla Congregazione delle Cause dei Santi per la promulgazione del decreto sul miracolo attribuito all'intercessione di Giovanni Paolo II, conclude l'iter che precede il rito della beatificazione. La celebrazione avrà luogo in Vaticano il i° maggio, domenica della Divina Misericordia, e sarà presieduta dal Papa.

La causa, per dispensa pontificia, è iniziata prima che fossero trascorsi i cinque anni dalla morte del servo di Dio, richiesti dalla normativa vigente. Tale provvedimento è stato sollecitato dall'imponente fama di santità, goduta da Papa Wojtyla in vita e dopo la morte. Per il resto sono state osservate integralmente le comuni disposizioni canoniche riguardanti le cause di beatificazione e di canonizzazione. Dal giugno 2005 all'aprile 2007, sono state celebrate l'inchiesta diocesana principale romana e quelle rogatoriali in diverse diocesi, sulla vita, sulle virtù e sulla fama di santità e di miracoli. La validità giuridica dei processi canonici è stata riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con il decreto del 4 maggio 2007. Nel giugno 2009, esaminata la relativa Positio, nove consultori teologi del dicastero hanno dato il loro parere positivo in merito all'eroicità delle virtù del servo di Dio. Nel novembre successivo, seguendo l'usuale procedura, la medesima Positio

è stata poi sottoposta al giudizio dei padri cardinali e vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, che si sono espressi con sentenza affermativa. Il 19 dicembre 2009 Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto sull'eroicità delle virtù.

In vista della beatificazione, la postulazione della causa ha presentato all'esame della Congregazione delle Cause dei Santi la guarigione dal morbo di Parkinson di Suor Marie Simon Pierre Normand, religiosa dell'Institut des petites soeurs des maternités catholiques. Come di consueto, i copiosi atti dell'inchiesta canonica, regolarmente istruita, unitamente alle dettagliate perizie medicolegali, sono stati sottoposti all'esame scientifico della consulta medica del dicastero il 21 ottobre 2010. I suoi periti, dopo aver studiato con l'abituale scrupolosità le testimonianze processuali e l'intera documentazione, si sono espressi a favore dell'inspiegabilità scientifica della guarigione. I consultori teologi, dopo aver preso visione delle conclusioni mediche, il 14 dicembre 2010 hanno proceduto alla valutazione teologica del caso e, all'unanimità, hanno riconosiuto l'unicità, l'antecedenza

e la coralità dell'invocazione rivolta al servo di Dio, la cui intercessione era stata efficace ai

fini della prodigiosa guarigione.

Infine, l'11 gennaio scorso, si è tenuta la sessione ordinaria dei cardinali e dei vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, i quali hanno emesso un'unanime sentenza affermativa, ritenendo miracolosa la guarigione della religiosa francese, in quanto compiuta da Dio con modo scientificamente inspiegabile, a seguito dell'intercessione di Giovanni Paolo II, fiduciosamente invocato sia dalla stessa sanata sia da molti altri fedeli.

(©L'Osservatore Romano - 15 gennaio 2011)

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2015-10-30 11:48:15